Hugo Race in uno dei suoi live italiani, a Livorno il 19 Marzo 2014, per la rassegna "Folk Aurora" all'ExCinema Aurora.
Qui la recensione del concerto fatta per la webzine Shiver e consultabile anche dal sito Shiver
Non aver paura del buio - Hugo Race @Ex Cinema Aurora (LI) - 19/04/14
"Long winters now", come questo che sembra non voler finire. In un'uggiosa serata livornese non c'è niente di meglio che ascoltare un po' di buona musica, meglio se dal vivo, ancora meglio se intima, magari stando seduti su una poltrona a sorseggiare un buon bicchiere di vino. È successo proprio questo all'ex cinema Aurora, dove la rassegna "Folk Aurora" ci ha regalato Hugo Race. Descriverlo in una sola parola è impossibile. Viaggiatore instancabile. ?The Birthday Party, Nick Cave and the Bad Seeds, Dirtmusic, sono tra le tante band che hanno beneficiato della sua presenza, ma anche in Italia possiamo annoverare tantissime collaborazioni tra cui quella con Cesare Basile e i Sacri Cuori.
Ad aprire la serata il fiorentino Massimiliano Larocca, col suo nuovo album in arrivo: "Qualcuno stanotte", registrato assieme aihugo-race-2-2014 Sacri Cuori. Testi d'amore, profondi, impegnati. Scorrono veloci e ti restano dentro. Ora tocca a Hugo. Luci soffuse, uno sgabello, una chitarra, una loop station che sembrerebbe quasi artigianale. Appare tra gli applausi timidi, alto, magrissimo, elegantissimo, cupo, con un tablet in mano. Inizia lo spettacolo solo, semi acustico, elettronico. Chiude gli occhi e inizia il viaggio. Una voce baritonale, carnale che ti invade e pervade. Pochi gesti, se non per destreggiarsi con gli effetti, accendersi una sigaretta e bere, forse del whisky. Tutto il resto è purezza della musica, pezzi storici che si susseguono energicamente: "The Other Side", "Sabotage", "Cars". Poi si ferma, chiede di abbassare le luci, non si sente ancora a suo agio. Viene accontentato e l'ambiente diventa travolgentemente intimo. è il turno di "Never Say Never" ed altri gioielli del suo repertorio. A tratti confidenziale, accende un'altra sigaretta e si concede qualche battuta col suo italiano eccellente. Il pubblico scalpita, quando si alza dallo sgabello e salutando va a sedersi in un angolino nella penombra. Le orecchie e il cuore non saranno mai abbastanza sazi quando si ha la fortuna di ascoltare un musicista della sua grandezza. Si rialza e ci delizia con altri quindici minuti di bellezza inarrestabile.
Sabato Livorno ha ospitato un uomo di una grandezza incomparabile e solo chi ha potuto o voluto esserci può godere della poesia che ha condiviso con noi.